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al testo di Gil
Venerd santo
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Anche questa scarnificazione della parola si è ammutolita di fronte alla violenza del silenzio di Dio. Oscuro il tempo ha squarciato di sé il ventre osceno abisso privo di riscatto. Il buio il vuoto, il nulla, un infinito orizzonte senza più immagini: né cielo né acque nuove. Dispersa la luce, cantico della Notte senza amanti. Nessuna terra all'esilio. Si muore tra il lamento delle pietre, lo sgomento dei vinti. I piedi trafitti da un cammino storto, ramo sterile, l'abominio il frutto meno amaro, lacera l'anima ha reso gli occhi a Dio. Un processo irreversibile di degradazione prepara la carne alla corruzione della terra, privo di suono il nome tace il respiro. Solo labbra ardenti possono baciare quel costato, priva di sandali una bocca s'accosti alle ferite, solo lo scandalo di labbra dischiuse può svelare l'ora segreta della sorgente. Tutto è compiuto al mostrarsi delle spalle di Dio.
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Arcangelo Galante
- 10/04/2020 12:07:00
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Scrive bene, il poeta, perché si rimane ammutoliti dinanzi ad un’esplicabile sofferenza, tangibile dalla sensibilità di chiunque è capace di intercettarla. L’opera, pregevole per l’argomento trattato, mi commuove per le veritiere considerazioni esposte dall’analitica mente dell’autore, il quale, non teme di rivelare al lettore l’intimo Sentimento racchiuso in un venerdì Santo, ma, anzi, si piega al messaggio spirituale, trasportato da un’atmosfera surreale che non necessita di parole, per farsi avanti. La pochezza dell’uomo viene messa in ginocchio, in questo periodo di ripiegamento interiore, e deve servire a far rifiorire la parte migliore del divino insito in noi ma, ancor maggiormente, rivelare al genere umano, il significato e il perché si assista al taciturno volere di Dio, secondo l’intenzione espressa nel testo. E quanti discorsi occorrerebbe fare, Gil, sullo scritto che hai proposto all’attenzione dei naviganti del sito! Con gratitudine, per la condivisione di percezioni assai importanti sul valore di ciò che siamo e di come potremmo vivere il nostro venerdì, davvero inconsueto, malgrado santificato. Un amichevole saluto, ringraziandoti anche per il tempo che hai dedicato a leggere i miei poetici pensieri.
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